San Brigidia d'Irlanda

PAZIENZA

Autore: Redazione

28 Gen 2025 - News, Speciale Giubileo

PAZIENZA

La pazienza cristiana è figlia della speranza e dell’amore ed è intrisa di fiducia in Dio. Il paziente per eccellenza è il Signore Gesù, che durante la passione e la morte di croce sopporta senza ribellarsi il dolore fisico e l’umiliazione morale, senza mai perdere la sua illimitata fiducia nel Padre, pur non avvertendone più la presenza ed essendo scosso dall’angoscia e dalla tristezza fino alla morte (cfr. Mc 14,33; 15,34).

Un esempio di pazienza è Giobbe, la cui sopportazione del dolore animata da autentico sentimento religioso non è esente da una lancinante domanda sul senso della sofferenza, che rimane un mistero (Gb 23). La pazienza consiste nella capacità di sopportare serenamente il dolore fisico e morale, attingendo forza non in sé stessi, ma in Dio, tenendo sempre aperto il dialogo con lui.

L’esempio di Giobbe è illuminante: schiacciato dalla sofferenza, continua a rivolgersi a Dio, a interpellarlo, a credere in lui, pur non riuscendo a comprenderne il mistero. Proprio per questo la dolorosa esperienza di Giobbe potrà sfociare in un rapporto completamente nuovo col Signore: (Gb 42,5).

La pazienza è capacità di attendere, di aspettare i tempi di maturazione personali e altrui, senza pretendere che il corso della storia sia conforme ai propri gusti e sogni, sia pure legittimi. Portare pazienza significa perseverare nella prova e nella tribolazione senza scoraggiarsi, continuando a confidare nell’aiuto di Dio e nella sua presenza. In un mondo ostile e in mezzo a tentazioni di ogni sorta, il cristiano vive nell’attesa fiduciosa del regno di Dio che viene, che è già in mezzo a noi, ma il cui compimento si invoca costantemente con la preghiera insegnata dal Signore. Portare pazienza significa perseverare nel bene anche nelle situazioni avverse, nelle persecuzioni che a volte incrudeliscono contro i credenti, imparare a rispondere al male con il bene, pregando per i propri nemici e persecutori (cfr. Rm 12,17-21, Mt 5,38-48).

La pazienza porta il cristiano ad attraversare le avversità senza cedere al lamento, sperando nella forza che gli sarà data da Dio, nell’aiuto della grazia che lo renderà sempre più conforme a Cristo e autentico testimone della sua carità. Il cristiano paziente è quindi una persona magnanima, longanime, dolce e benevola, che non si accende subito d’ira. Mostra una straordinaria tolleranza verso gli altri anche quando sono importuni: la tradizione cristiana include la capacità di “sopportare pazientemente le persone moleste” tra le opere di misericordia spirituale. Questa tolleranza è un dono di Dio comunicato all’uomo per mezzo dello Spirito: San Paolo, parlando della carità, mette al primo posto la caratteristica della magnanimità (cfr. 1Cor 13,4 e Gal 5,22), cioè di una pazienza a tutta prova, segno evidente dello Spirito infuso nei nostri cuori, che trasforma il nostro agire conformandolo sempre più a quello mite e umile di Cristo.

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